Allerta ricette mediche: ecco la novità sulla validità che può lasciarti senza farmaci

A partire dal 2025, il sistema delle prescrizioni mediche in Italia sarà interessato da una profonda rivoluzione digitale. Tutte le ricette, comprese le cosiddette ricette bianche utilizzate per i medicinali di fascia C a totale carico del cittadino, dovranno essere prodotte esclusivamente in formato elettronico. Questo cambiamento non rappresenta soltanto un passo avanti verso la dematerializzazione e la digitalizzazione del servizio sanitario, ma introduce anche potenziali criticità che potrebbero, in certe condizioni, lasciare dei cittadini privi dei farmaci necessari.

Dal cartaceo al digitale: cosa cambia davvero

In seguito alla nuova normativa contenuta nella Legge di Bilancio 2025, tutte le prescrizioni mediche, sia quelle erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale sia quelle a carico del paziente, dovranno essere elaborate attraverso la piattaforma digitale già utilizzata in via sperimentale durante la pandemia. In pratica, il medico dovrà emettere la prescrizione direttamente sul portale elettronico nazionale, e il paziente riceverà una notifica o un promemoria elettronico, generalmente tramite e-mail, sul proprio Fascicolo Sanitario Elettronico. Rimane la possibilità, per chi lo richiede, di ottenere comunque una stampa cartacea, ma questa avrà valore solo come copia del documento digitale e non sarà più il formato originario della prescrizione.

La digitalizzazione riguarda in modo particolare le ricette mediche cosiddette “bianche”, spesso utilizzate nella libera professione o per farmaci non erogati dal Servizio Sanitario Nazionale, che fino a oggi potevano ancora essere compilate manualmente su carta. Dal 2025 questa modalità sarà definitivamente abbandonata, tranne in situazioni eccezionali legate a impossibilità tecniche o malfunzionamenti prolungati dei sistemi informatici.

Criticità e rischi: chi può restare senza farmaci?

  • Il passaggio esclusivo al digitale comporta rischi concreti in caso di malfunzionamenti o blocchi dei sistemi informatici. Episodi recenti hanno già mostrato come, in caso di interruzione del servizio Sogei o problemi di connessione estesi, sia difficile per medici e farmacisti accedere alle prescrizioni, con conseguenti ritardi e disagi per i pazienti in attesa di medicinali spesso essenziali.
  • Un altro nodo emerso riguarda le fasce di popolazione con scarsa alfabetizzazione digitale o con difficoltà di accesso alle tecnologie, come molti anziani o cittadini residenti in aree rurali, dove la connessione a Internet non è stabile o diffusa. Per questi gruppi, ricevere e gestire esclusivamente prescrizioni elettroniche può essere complicato e potenzialmente escludente.
  • Non tutti i tipi di farmaci sono attualmente dematerializzabili. Alcuni prodotti, come sonniferi e tranquillanti, soprattutto se prescritti su ricetta bianca, non possono ad oggi essere gestiti elettronicamente. Ciò crea una situazione di incertezza normativa, almeno finché le procedure tecniche e le tutele legali non saranno estese anche a queste categorie di medicinali.

Obiettivi della riforma: vantaggi attesi

Fermo restando i rischi evidenziati, la digitalizzazione delle prescrizioni mira a diversi obiettivi strategici:

  • Potenziamento del monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e riduzione delle frodi, grazie alla tracciabilità e alla registrazione automatica di ogni atto medico all’interno del sistema nazionale.
  • Alimentazione completa e sistematica del Fascicolo Sanitario Elettronico, uno strumento fondamentale per la gestione coordinata della salute individuale e collettiva.
  • Semplificazione nella gestione amministrativa per professionisti sanitari e cittadini, che potranno accedere rapidamente al proprio storico prescrittivo e condividere facilmente le informazioni con specialisti e farmacie.
  • Risparmio economico derivante dall’eliminazione della stampa cartacea e degli archivi fisici.

Il cambiamento nasce anche dalla necessità di evitare continue proroghe e incertezze, rendendo permanente una modalità già largamente accettata dalla popolazione nella fase emergenziale della pandemia.

Gestione delle emergenze e soluzioni possibili

Per affrontare i potenziali disservizi, la normativa prevede che i medici possano tornare temporaneamente alla compilazione manuale solo in casi di gravi malfunzionamenti e su esplicita autorizzazione. Tuttavia, la gestione delle emergenze tecnologiche resta una sfida aperta che richiede investimenti in infrastrutture sicure e una maggiore presenza di personale formato su tutto il territorio.

Per evitare che il passaggio al digitale lasci categorie fragili senza accesso alle cure, potrebbero essere previste deroghe temporanee o sportelli di assistenza nelle farmacie e presso gli ambulatori dei medici di base. Inoltre, la richiesta esplicita di una copia cartacea rimane un diritto assicurato per chi non è in grado di gestire autonomamente la ricetta elettronica.

I sindacati medici e le associazioni dei farmacisti stanno sollecitando ulteriori chiarimenti normativi e strumenti di tutela per garantirne l’efficacia, soprattutto nei casi di assenza o guasto temporaneo della connessione digitale nazionale. Le autorità sono chiamate a monitorare con attenzione la fase di transizione e a intervenire tempestivamente laddove dovessero emergere criticità irrisolte che possano compromettere il diritto alla salute dei cittadini.

In conclusione, la novità sulla validità delle ricette mediche rappresenta un cambiamento radicale nella pratica sanitaria, con vantaggi attesi in termini di efficienza e trasparenza, ma anche con il rischio concreto che, in assenza di soluzioni operative per le situazioni anomale, alcuni pazienti possano andare incontro a periodi senza possibilità di accesso ai farmaci prescritti. È quindi fondamentale che il processo di transizione sia accompagnato da una pianificazione accurata e da sistemi di supporto robusti, per evitare che il digitale diventi una nuova barriera all’accesso alle cure.

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