Nel mondo del lavoro, la figura dell’addetto alle pulizie svolge un ruolo di primaria importanza per il mantenimento di ambienti salubri e ordinati, siano essi uffici, scuole, aziende o abitazioni. Contrariamente a quanto credono in molti, il suo compito non equivale semplicemente a “fare tutto” ciò che concerne il riassetto o la manutenzione di uno spazio: esistono infatti mansioni ben precise, delimitate da specifiche clausole contrattuali, che regolano nei dettagli il perimetro delle sue responsabilità.
Mansioni fondamentali e limiti operativi
L’attività tipica dell’addetto alle pulizie si concentra principalmente su una serie di azioni mirate alla pulizia e igienizzazione degli ambienti. Le più ricorrenti includono:
- La pulizia di pavimenti, eseguita sia manualmente con spazzoloni e stracci, sia mediante apparecchiature automatizzate come aspirapolvere o lavapavimenti.
- La spolveratura e riordino degli spazi, con particolare attenzione a scrivanie, mobili e attrezzature.
- La sanificazione dei bagni, che comprende il lavaggio e la disinfezione di sanitari e superfici a contatto frequente.
- L’igiene di porte, finestre e vetri, per garantire la massima trasparenza e la rimozione di aloni e polvere.
- Lo svuotamento e la gestione dei rifiuti, con smaltimento secondo le normative e differenziazione ove necessario.
- L’utilizzo di prodotti e dispositivi specifici: l’addetto è obbligato a maneggiare detergenti e disinfettanti in sicurezza, utilizzando sempre i necessari dispositivi di protezione individuale come guanti, mascherine e talvolta occhiali protettivi.
È fondamentale sottolineare che questi compiti sono rigidamente previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) di riferimento del settore. Gli ambienti presso cui viene impiegato — domestico, commerciale, industriale o pubblico — possono influenzare il dettaglio di alcune mansioni, ma il principio di base resta: all’addetto alle pulizie non può essere chiesto di intervenire su attività che esulano da queste attribuzioni formali.
Cosa non rientra nei compiti contrattuali
Spesso, in modo errato, gli viene richiesto di eseguire interventi che vanno ben oltre il suo mansionario. Appare quindi fondamentale chiarire che, secondo norma e prassi:
- Non si occupa né di lavori edili né di manutenzioni tecniche (piccole riparazioni, sostituzione di parti elettriche ed idrauliche, montaggio di mobili).
- Non svolge compiti amministrativi, come l’archiviazione di documenti o la gestione di pratiche burocratiche.
- È inappropriato assegnargli mansioni di facchinaggio pesante o movimentazione di carichi fuori misura rispetto ai limiti previsti nel contratto.
- Non rientra tra i compiti contrattuali la cura di piante e giardini, salvo diverse specifiche esplicite nel contratto individuale.
- Analogamente, la preparazione di alimenti, il servizio ai piani negli alberghi o la gestione di magazzino sono competenze, di norma, esterne al profilo professionale regolato dal CCNL Pulizie.
Queste indicazioni aiutano a definire i veri confini tra ciò che è obbligo lavorativo e ciò che rappresenta un abuso o, quantomeno, un’incongruenza rispetto al contratto stipulato tra le parti.
L’importanza delle competenze e delle norme di sicurezza
L’addetto alle pulizie, per poter operare con efficacia e nel rispetto delle procedure di sicurezza e igiene, deve possedere solide competenze:
- Conoscenza dei protocolli igienico-sanitari e delle procedure di sanificazione adeguate al tipo di ambiente trattato (ospedali, industrie alimentari, scuole, ecc.).
- Abilità pratiche nell’uso e nella manutenzione di attrezzature professionali come lavasciuga, idropulitrici, motospazzatrici.
- Formazione in materia di movimentazione manuale dei carichi e prevenzione degli infortuni.
- Capacità di scegliere e utilizzare correttamente prodotti chimici nel rispetto delle schede di sicurezza (SDS) e delle specifiche per la tutela dell’ambiente e degli occupanti.
Una preparazione adeguata su questi punti è richiesta proprio dal CCNL e da tutta la normativa su sicurezza sul lavoro, per garantire tanto l’efficacia del servizio prestato quanto l’incolumità fisica dell’operatore e degli utenti degli ambienti trattati.
Tipologie di contratto, orario e inquadramento
Il personale addetto alle pulizie può trovare impiego mediante diverse forme contrattuali. Le più diffuse sono:
- Contratto a tempo determinato e indeterminato, spesso con orari flessibili e part-time che favoriscono la conciliazione con altre attività.
- Inquadramento secondo i livelli previsti dal CCNL Multiservizi o dal CCNL Pulizie, con retribuzione che tiene conto delle ore lavorate, dell’esperienza e delle mansioni assegnate.
Il monte ore varia sensibilmente in base alle esigenze della struttura: ambienti domestici possono richiedere poche ore settimanali, mentre contesti come ospedali, aziende di grandi dimensioni o scuole hanno bisogno di una presenza quotidiana e talvolta su più turni. Va inoltre sottolineato che il salario minimo, stabilito per legge dal contratto nazionale, oscilla in media attorno ai 1.100-1.200 euro lordi mensili a tempo pieno, con variazioni in base a scatti di anzianità, lavoro notturno, festivo o straordinario.
Prospettive e opportunità future
Non mancano per l’addetto alle pulizie prospettive di crescita professionale, specialmente per chi dimostra affidabilità, precisione e capacità di gestire piccoli gruppi di lavoro. Passare da operatore semplice a caposquadra o responsabile di settore è una possibilità concreta nelle aziende strutturate, così come la specializzazione in ambiti di pulizia ad alta complessità (ad esempio, sanificazioni ospedaliere o industriali) apre opportunità a una qualifica più elevata, spesso accompagnata da corsi e certificazioni specifiche.
L’applicazione puntuale del proprio contratto, la consapevolezza dei propri diritti e dei limiti operativi rappresentano, quindi, garanzia non solo di rispetto professionale ma anche di serenità e benessere nel contesto lavorativo. Se da un lato la pulizia è certamente un lavoro che richiede rigore, energia e flessibilità, dall’altro è sempre fondamentale ricordare che “fare tutto” non è ciò che prevede il ruolo, bensì quanto stabilito da normativa e contratto. Approfondire queste regole aiuta a evitare incomprensioni e a valorizzare una professione indispensabile per la collettività.